Sigilli in casa del piccolo Alessandro Do Rosario, il bimbo di nove anni che venerdì scorso, a Bologna, è morto dissanguato dopo aver tentato di salvare il nipotino rimasto chiuso in balcone spaccando il vetro della portafinestra, che gli ha però reciso l’arteria femorale.
Tra gli indagati c’è anche un funzionario di Acer. La famiglia, che vive in un alloggio popolare in via Benini, zona San Donato, ha accusato Acer di cattiva manutenzione. Luzia Do Rosario, mamma di Alessandro, ha infatti spiegato che più volte aveva contattato l’azienda perché la portafinestra si incastrava e per aprirla bisognava spingere.
Una nota di Acer, d’altro canto, si spiega che “l’alloggio di via Benini 8 è stato oggetto di un significativo intervento di ripristino e ammodernamento, terminato nel 2011, alcuni mesi prima dell’ingresso del nucleo famigliare Do Rosario. A partire dal momento dell’assegnazione a oggi Acer ha eseguito nell’alloggio, tramite ditte incaricate, tre interventi di manutenzione ordinaria andati a buon fine. Non risultano altre situazioni di criticità o richieste di intervento ai serramenti e alla portafinestra”.
Oltre al funzionario di Acer sono indagate anche la mamma e la sorella di Alessandro – quest’ultima mamma del bimbo di tre anni – rispettivamente per omicidio colposo e abbandono di minore.
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