I genitori della Rete nazionale delle mense scolastiche, dopo aver collaborato per mesi alla raccolta delle informazioni sui menù ed elaborato la classifica a punti, “denunciano con forza le impressionanti disparità emerse tra le città e si interrogano sulle reazioni scomposte provenienti dalle diverse amministrazioni comunali e dalle società di ristorazione”. I genitori, spiega una nota, “si chiedono perché non vi sia maggiore uniformità tra i capitolati e maggiore collaborazione tra gli uffici tecnici comunali delle diverse città, quando sono impegnati nella delicata stesura di un bando di gara e sarebbe estremamente prezioso prendere spunto dalle realtà più virtuose. Con inquietudine si interrogano sulle differenze evidenti tra i menù scolastici adottati nelle diverse realtà e spesso elaborate dalle medesime grandi aziende di ristorazione scolastica. E’ forse la diversa residenza che determina una disparità di trattamento dei bambini?”.
Ad esempio: “Perché i bambini di Pisa mangiano tutto biologico mentre quelli di Milano hanno solo il 10% di bio?“. La Rete (costituita da una rappresentanza di genitori che compongono i Comitati di diversi città con l’obiettivo di favorire lo scambio di informazioni, il confronto e il coordinamento delle attività e iniziative comuni) fa notare che “la qualità delle materie prime biologiche, la stagionalità, la filiera corta e soprattutto la piena applicazione delle Linee guida della ristorazione scolastica e il rispetto delle raccomandazioni dell’Oms, non rappresentano il comune denominatore dei 40 diversi menù presi in esame”. Per questo i genitori si chiedono quale ruolo possa giocare il Sian (Servizio igiene alimenti e nutrizione) “considerando le sue funzioni specifiche di prevenzione e controllo dei menù delle mense scolastiche”. Ed ecco qualche esempio.
A Bologna, il terzo podio nella classifica dei menù a punti ha generato trionfalismi inaspettati da parte dell’assessore alla scuola e del gestore Ribò (società temporanea costituita da Camst ed Elior) che hanno lasciato increduli i genitori. Sembrerebbe non esser stato compreso che il punteggio elevato dipende ‘solo’ dalla qualità delle materie prime, direttamente connesse all’ottimo capitolato ottenuto dopo anni di intenso e duro confronto tra i genitori e l’amministrazione comunale (raccolta firme, udienze conoscitive, mobilitazioni cittadine). Singolare anche il giudizio positivo sulla qualità della refezione scolastica di Camst ed Elior che sembrano non considerare le tante criticità che hanno condizionato la qualità del servizio durante tutto questo anno scolastico. Dai continui ritardi nella consegna del pasto che, da settembre non sono mai stati risolti, alle percentuali di scarto elevate, agli errori nelle quantità e nelle consegne delle diete speciali, le frequenti variazioni giornaliere di menù, ai ritrovamenti di corpi estranei, alle schede tecniche delle materie prime non conformi al capitolato, allo sciopero del personale per un miglioramento delle proprie condizioni di lavoro, ai tanti adempimenti previsti dal capitolato in ritardo o ancora non realizzati (portale web, nuovo sistema di raccolta ed elaborazione delle rilevazioni, carta dei servizi e progetti di miglioramento). Non di rado, alcuni di questi disservizi hanno anche determinato l’applicazione di penali. I genitori si chiedono quale sarebbe il punteggio di Bologna senza una loro partecipazione così estesa e capillare al monitoraggio del servizio nelle scuole (oltre 1400 assaggi e 350 segnalazioni di anomalie).
Milano è il fanalino di coda dell’indagine “con biologico al 10%, zero varietà di pesce (solo merluzzo), prevalenza di cibo processato (bastoncini, sformato di legumi, polpette a base di patata più che di carne o pesce) e verdure industriali (IV e V gamma o surgelata)”. A Genova l’assessore alle Politiche agricole annuncia la pubblicazione entro agosto di bandi modello a favore di frutta e verdura stagionale regionale. Si parla per ora di Km zero, non di biologico. Va male anche a Venezia e la società per la refezione scolastica tenta di difendersi: “Accontentare tutti è impossibile.” I genitori replicano: “Surreale la circostanza in cui due delle aziende che propongono i menù nelle scuole di Venezia sono le stesse capaci di ottenere un punteggio altissimo a Bologna”.
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