cena. cibo, piatti, mangiare

I bambini si siedono tutti insieme in un tavolo a parte.
Tu, invece, prendi posto vicino agli unici genitori che conosci. Ovvero tre, più o meno.
Per rompere il ghiaccio e per liberarti la gola dalla pastone dei grissini che hai avidamente trangugiato, proponi un brindisi.
Sul tavolo c’è solo acqua gassata, calda per giunta.
Per fortuna arrivano birre e vino.

Mi sa che Tiziana si è separata.
La notizia muove la curiosità di un nugolo di donne e fanno rizzare le orecchie di alcuni papà.
Ti permetti di chiedere chi è Tiziana.
È la mamma di Giangiacomo, ti rispondono in coro.
Rimani con la tua faccia interrogativa.
Dai, è la moglie dell’avvocato.
Quella che arriva con il SUV e lo parcheggia sempre in seconda fila, rincara una.
Scuoti la testa, perché a prendere tua figlia ci vai raramente.
Quella che si è rifatta le tette.
Adesso hai capito.
Comunque l’ha lasciata lui. Si dice che sia una crisi di mezza età.
Sì, la chiamano proprio così, puntualizzi a voce alta e con un gesto sconcio.

Arrivano le pizze. Cinque spicchi a testa che ti verranno a costare circa trenta euro.
Però il gelato per i bambini è incluso. Il caffè per gli adulti no. L’ammazzacaffè non se ne parla nemmeno.
Scusi potrei avere qualcosa di diverso?, chiede la signora a fianco a te.
Mi dispiace il menù è fisso.
Ma sono intollerante alla mozzarella.
Gliela faccio senza.
Non mi piace nemmeno il pomodoro.
Allora schiacciatina con il rosmarino?
Potrebbe andare, ma che farina utilizzate?
Signora le porto del petto di pollo.

Commenti lo scambio di battuta con un altro gesto fuori dalle righe.
Poi, dopo aver prosciugato un altro bicchiere di birra, decidi di uscire allo scoperto ammettendo che le cene di classe sono delle fregature in pieno.
I vicini ti guardano con gli occhi sgranati. Hai catturato la loro attenzione.
Mangi poco e male, paghi tanto e parli con le solite quattro persone. Non hanno senso.
Tutti a bocca aperta, allora cali l’asso.
E poi scusate, perché dobbiamo invitare le maestre, pagare la loro cena e fare pure il regalo?
Hanno fatto solo il loro dovere, esclami vibrando l’indice.

Tutti guardano la tovaglia, trovi soltanto uno sguardo complice, quello della signora accanto a te.
Giusto Signora?
In effetti, asseconda lei.
Ne approfitti per presentarti.
Lei di quale bambino è la mamma?
Io sono nonna e sono la maestra di sua figlia.
Complimenti, gli anni li porta benissimo.

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