sacerdote-preteHa ammazzato la moglie e il figlio di tre anni e poi si è suicidato però adesso “è in paradiso”. Ad assicurarlo è il prete che lo conosceva bene. La vicenda di Luigi Alfarano, 50enne oncologo di Taranto che ha ucciso la giovane moglie Federica De Luca, 30 anni, e il loro bambino Andrea (3 anni) ha avuto un epilogo inaspettato e decisamente sorprendente.

L’uomo che, a quanto pare, ha compiuto il gesto per evitare che nella causa di separazione il piccolo fosse affidato esclusivamente alla madre, adesso è già ‘santo’. A ‘canonizzarlo’, come raccontano i media locali, è stato il parroco della chiesa di san Pasquale, gremitissima per i funerali del medico.

Tantissima gente che è andata a rendere omaggio ad un uomo che nella vita si è dedicato a curare i tumori in una città devastata dall’inquinamento ma che ha terminato la sua esistenza terrena sterminando gli affetti più cari. Ed ha avuto l’onore di un gran bel funerale religioso, non come quel disgraziato di Michè, dell’omonima ballata di De André, che finisce in una fossa comune “senza il prete e la messa perché d’un suicida non hanno pietà”.

Oggi, evidentemente, c’è posto per tutti, in terra come in cielo: per i suicidi e pure per gli assassini. “Luigi, per il lavoro che faceva, aveva tutte le carte in regola per poter entrare in paradiso”, ha detto il parroco della funzione, don Tonino Nisi. Ed ancora: “Luigi è in paradiso, statene certi! Era un uomo buono”. Nessuna menzione, ovviamente, all’accusa di violenza sessuale e privata aggravata per la quale l’oncologo aveva patteggiato nel 2014 un anno e otto mesi di reclusione. La denuncia era partita da una ragazza di 19 anni assunta a tempo determinato dalla Fondazione Ant di Taranto, dove lavorava anche l’uomo.

E la strage familiare? “Nessuno si deve permettere di giudicare, di prospettare degli ambiti dove ci mettiamo i brutti, i cattivi e i buoni. Il Signore sa”. Che, poi, a dirla tutta, il religioso una sua spiegazione della vicenda ce l’ha: “La famiglia è un dono di Dio. E Luigi aveva una gran bella famiglia. Il demonio si è messo in mezzo perché non vuole la famiglia e la nostra gioia”. Altro che scientifica, altro che Ros, altro che Csi. Chiamate don Tonino e dategli un paio di manette: farà arrestare Lucifero. Anzi, no. Forse la storia è un po’ più complessa. In un altro passo della sua omelia il prete ha specificato: “Quella sera il Signore stesso ha realizzato questa pagina”. A questo punto alziamo le mani e ci rimettiamo alla volontà di don Tonino.