Un messaggio chiaro, una lezione ancora più importante di quelle di italiano e matematica. Ad impartirla sono stati i professori di una scuola media di Greve in Chianti i quali hanno vietato ai ragazzi la tradizionale partita di calcio che chiudeva l’ultimo giorno di scuola e, quindi, l’anno. Le motivazioni sono state riportate in un cartello appeso nella struttura e fotografato dall’inviato del sito Cycling Pro al seguito del Giro d’Italia, manifestazione che il 15 maggio ha fatto tappa nella cittadina toscana: il match, scrivono i docenti, era diventato “una vetrina per pochi” con un’attesa esasperata: “L’importanza che di anno in anno gli studenti e le studentesse hanno dato a questa partita conclusiva è divenuta sempre maggiore, esagerata – scrivono i prof -: magliette costose, selezioni umilianti e una sistematica esclusione delle ragazze (nonché di quei ragazzi meno portati per il calcio)”. La festa di fine anno, prosegue il manifesto, dovrebbe essere “un momento di coinvolgimento per tutti e tutte, non l’ennesima occasione di esclusione, prese in giro, competizione sfrenata, arrabbiature e delusioni”.
Insomma, il calcio è diseducativo e discriminatorio (almeno per questa specifica occasione). Senza contare che, specialmente in Italia, è un po’ dappertutto e quindi non sarà una grande sofferenza rinunciare ad una partita: “Il calcio riempie la vita di chi fra voi lo ama e lo pratica, pertanto siamo sicuri che avrete certamente la possibilità di giocare le partite che vorrete”. Da parte loro i prof si battono affinché alla fine non “prevalga l’egemonia culturale del calcio“. Sono altri i valori che la scuola deve trasmettere: “La forza del pensiero critico, il coraggio delle scelte difficili, il valore dell’uguaglianza e del rispetto di tutte le diversità“. Per dire: “Non vogliamo accettare di vedere relegate le nostre più brillanti ragazze nel ruolo di passive cheerleaders”.
I prof chiariscono: “Il nostro intento è tutt’altro che punitivo. Noi sappiamo di poter scommettere su molti di voi come essere umani che condurranno la società di domani”. Infine l’appello: “Accettiamo proposte e idee per festeggiare tutti e tutte la fine di questo tempo insieme. Idee che valorizzino ognuno di noi, dove i protagonisti possano essere gli uomini e le donne, gli sportivi, ma anche i creativi, gli studiosi, gli artisti, i timidi, gli estroversi, chi abbia abilità convenzionali e chi diverse abilità, chi ama la condivisione piuttosto che la selezione, chi crede nell’amicizia più che nei goal”.
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