Una mamma che non dorme perché il bambino di notte si sveglia non ha bisogno di una crema per sembrare più bella il giorno dopo. Almeno, io no. E credo anche molte altre mie simili.
Eppure, come ha sentito stamattina alla radio mia sorella, che vive affacciata sull’Oceano Atlantico, è questo – più o meno – lo slogan lanciato da una celebre marca di cosmetici: “Tuo figlio non dorme? No panic! Abbiamo la crema che fa per te. Sembrerai, la mattina dopo, distesa e rilassata“.
E dire che lei, dopo aver sentito la prima parte della pubblicità, aveva alzato la radio a tutto volume per non rischiare di perdersi il nome del miracoloso intruglio, del farmaco, dell’antidoto, del nuovo metodo – insomma, qualsiasi cosa fosse – che potesse spegnere suo figlio alle nove di sera e riaccenderlo il giorno dopo alle otto.
Niente da fare. Mi ha chiamata incavolata, inscenando una polemica sul mito della bellezza esteriore che sembra essere una priorità sempre e comunque, anche quando il tuo sonno – da due anni a questa parte – viene spezzato infinite volte dalle richieste (di che cosa, poi, non è dato sapere) del figlio, che sarebbe poi mio nipote.
Un esserino tanto carino quanto molesto di notte, come del resto molti bambini (e per questa volta lascio da parte il mio). Come la figlia di un’amica che, coincidenza, mi ha scritto proprio stamattina per dirmi che, dopo undici mesi di idillio assoluto, ora la figlia dalle quattro e mezza di notte sta solo in braccio, e guai se la rimetti stesa. E lei, storicamente contraria al lettone, è entrata nel folto club dei genitori che prendono calci, pugni e schiaffi tutta notte pur di non alzarsi 35 volte (questa volta, scusate, attingo da me). La mia amica ha dato la colpa ai denti e al suo recente rientro al lavoro.
Eh sì, noi mamme passiamo i primi anni dei nostri figli a chiederci perché non dormono. E quando lo capiremo, forse, dovremmo alzarci all’alba per andarli a prendere in discoteca. Di ricette, purtroppo, nemmeno l’ombra. Però, per darcela a bere, per favore non propinateci una crema.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta