La sua amatissima mamma non potrà restituirgliela più nessuno. Ma il gesto dimostra che il ragazzo, nonostante la tragedia, ha la forza per guardare avanti e che la rabbia per un’ingiustizia può essere trasformata in un’opportunità. Anche se a 16 anni, quando ti uccidono la madre, non sembra esserci più la luce in fondo al tunnel.
Tutto è cominciato la scorsa settimana in provincia di Vicenza con l’ennesimo omicidio di un uomo geloso: Davide Tomasi, 38 anni, gestore di una palestra, ha ucciso a coltellate l’ex fidanzata, l’agente immobiliare Monica De Rossi, 47 anni, madre di tre figli. L’uomo, diabetico, ha poi tentato il suicidio con un’overdose di insulina. Salvato dai medici, agli inquirenti ha confessato il delitto e la gelosia che lo consumava da tempo: “Non riuscivo a sopportare che potesse essere di altri”, ha detto.
Il più piccolo dei figli prima ha affidato a Facebook uno sfogo – “Tu. Ancora non ci credo… La mia mamma, la mia migliore amica, la mia metà insomma il mio tutto” – poi domenica scorsa è sceso in campo con la sua squadra di calcio, il Grumolo. Come ha raccontato Il Giornale di Vicenza, si respirava un’aria particolare, i compagni si erano stretti attorno al ragazzino. Il clima di lutto opprimeva un po’ tutti: dai genitori, fino agli avversari. Ebbene, il figlio dell’agente immobiliare ha trascinato la sua squadra ad una clamorosa vittoria nella sfida per il campionato provinciale Allievi: ha segnato 3 gol ed il match è finito 10-0 per i suoi. Otto giorni dopo la morte della mamma ha alzato le braccia e lo sguardo al cielo pensando a lei che non c’era più e all’ingiustizia di averla persa per sempre. Ma dimostrando di avere comunque, oltre ad un certo talento calcistico, una grande forza morale. Quei tre gol, quella rabbiosa e schiacciante vittoria, sono il simbolo di un giovane che, pur devastato dal dolore, non si arrende.
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