Amazed young woman looking her mobile phone, isolated on white. Trendy girl using smartphone, studio shot

Belli, ammiccanti, sensuali, sfacciati e sfrontati sono così che spesso gli adolescenti appaiono nelle foto studiate, attentamente selezionate e sapientemente lavorate con Photoshop o altri programmi di foto ritocco. Immagini che mostrano la parte migliore, il lato più fotogenico e che magari permettono anche di fare colpo. Profili che contribuiscono a creare identità. Scatti costruiti ad hoc per testimoniare, per far sapere agli altri: “Ecco io sono questo e sono qui”. Si tratta dei selfie, autoscatti prodotti con un cellulare, subito pronti per essere scaraventati in rete, sui social network, dove verranno visti da centinaia di contatti, molti di sconosciuti. “Quello del selfie – racconta lo psicologo-psicoterapeuta Francesco Rasponi – fondatore di Psiche digitale, un’associazione che si occupa di osservare la relazione tra nuove tecnologie e bambini e adolescenti – è un fenomeno recente, comparso a partire dal 2013 e che consiste nel creare un’immagine di sé ‘nuova’ e costruita da mostrare agli altri”. Solo gli scatti che soddisfano totalmente saranno infatti pubblicati, solo quelli che quasi sicuramente riceveranno tanti ‘Mi piace’.

Di selfie, di internet e di adolescenti parlerà Francesco Rasponi, mercoledì 16 marzo alle ore 20.45 a Cesena nella sala del ‘Quartiere Oltre Savio’ (Piazza Magnani, 143), dove terrà un incontro dal titolo ‘Selfie e social network: il bisogno di apparire belli e la paura di essere normali’, insieme alla psicologa-psicoterapeuta Viviana Venturi. “C’è un vero e proprio guadagno psicologico, una sorta di vantaggio narcisistico – continua lo psicoterapeuta Rasponi – nel mostrarsi al meglio, solo come si vuole apparire o come si vorrebbe essere. I social network soddisfano anche un bisogno di appartenenza, di far parte di un gruppo di pari, in un momento nel quale i ragazzi si distaccano dai genitori. Una volta questo compito era svolto dagli scout, dalla parrocchia o dal calcio, oggi sempre più dalle community”.

E’ sempre più forte il bisogno di apparire belli, quasi perfetti perché si è continuamente esposti. “Ma i social network – continua l’esperto – possono rappresentare anche un rifugio, un modo per nascondersi, in quanto è vero che ci si mostra, ma quello che si vuol far vedere agli altri lo si sceglie accuratamente, lo si decide in anticipo”. Attraverso il web ci si crea delle vere ‘identità on line’ che veicolano desideri e speranze di essere accettati e apprezzati. Ed ancora: Negli ultimi dieci anni sono cambiati i modelli di bellezza e sono diventati sempre più rigidi e idealizzati. Alle ragazze viene chiesto di essere magre, ma di avere le curve; di essere femminili, ma di avere gli addominali scolpiti. Per i maschi invece le cose sono ancora più complicate, forse perché l’idea di bellezza per loro è molto più confusa. Alle sopracciglia scolpite e ai capelli rasati, ma anche un po’ lunghi, si aggiungono pettorali che sembrano dei seni e corpi curatissimi. Canoni estetici questi che mescolano il femminile con il maschile, creando confusione in chi sta crescendo”.

Inoltre aumenta sempre più la paura di essere ‘normali’, perché normale molto spesso è sinonimo di banale, di noioso, di “non esisti agli occhi degli altri” e talvolta se gli altri non ti vedono, tu non ti riconosci. “Tutto questo può trasformarsi in una sofferenza psichica, perché non si può vivere solo di internet, perché lo scarto tra realtà e virtuale quando è tanto provoca disagio – chiarisce Rasponi -. Gli adolescenti, che non riescono ad accettarsi per quello che sono, che non amano il proprio corpo, perché non è bello come vorrebbero, possono manifestare insicurezza, calo dell’autostima e talvolta andare incontro a disturbi alimentari o a forme di autolesionismo”.

Ovviamente la relazione con i social network non deve necessariamente essere negativa. “Nelle scuole – continua l’esperto – commentiamo insieme ai ragazzi i profili Facebook e cerchiamo di sviluppare in loro un senso critico. Allo stesso modo negli incontri che organizziamo, proprio come in quello di mercoledì prossimo, pensato per genitori ed educatori, tentiamo di dare loro alcuni consigli su come svolgere un’azione educativa e protettiva nei confronti dei loro figli rispetto al mondo digitale. E’ importante che i genitori propongano ai loro ragazzi un pensiero divergente, un punto di vista creativo e diverso sulle cose e che offrano loro la possibilità di crescere in contesti alternativi da quelli del web, facendo volontariato, sport e vivendo momenti di socializzazione in ‘carne e ossa’”. Sono queste alcune delle strategie utili per far capire agli adolescenti che nella vita c’è altro oltre la bellezza e il semplice apparire. Dietro c’è molto di più, c’è l’esserci.