scuola, studenti in classeLa maestra non conosce molto bene le regole fondamentali dell’italiano ma è simpatica e i bambini le vogliono bene. Un po’ meno i genitori che ne chiedono la rimozione. Una vicenda spinosa, l’ennesima sulla “buona scuola”, scoppiata in un istituto elementare di Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia. La donna è finita nel mirino dei genitori dei bambini che frequentano due classi prime dopo che si sono accorti che i loro figli facevano tutti gli stessi errori in italiano: li copiavano dalla lavagna, l’errore, come si usa dire, era nel manico. Come raccontano i media locali, da successive verifiche la maestra in particolare è risultata carente nelle doppie (ha scritto “toppo” invece di “topo”) e nell’uso dei gruppi “cq”, “cu” e “qu”.

All’inizio dell’anno scolastico c’è stata una lunga protesta dei genitori: i bimbi sono rimasti a casa per una settimana. Poi la direzione scolastica regionale aveva sospeso la docente per quattro mesi per un’infrazione disciplinare (ma non grammaticale): si era dimenticata di un bambino fuori dal cancello dell’istituto e lo aveva lasciato da solo nonostante i genitori non fossero ancora arrivati. Una circostanza che ha permesso di prendere tempo ma non di dare una soluzione definitiva al caso.

Scaduta la punizione, ieri la maestra è tornata dai suoi bimbi (che, a quanto pare, la amano: hanno chiesto continuamente di lei durante la sua assenza) ma ne ha potuti riabbracciare solo tre su 38. Gli altri, ancora una volta, sono stati tenuti a casa dai genitori che nei mesi scorsi avevano anche minacciato il trasferimento di massa in un altro istituto. Continua dunque il braccio di ferro con i genitori, insoddisfatti per la mancanza di provvedimenti specifici su quella che giudicano una “grave impreparazione” della maestra. “Ci sentiamo presi in giro, la protesta durerà ad oltranza”, assicurano. I media locali segnalano che l’insegnante, diventata di ruolo con l’ultima ‘infornata’ del governo Renzi, da precaria era già stata contestata ed aveva subito un’ispezione sempre per le sue lacune didattiche.