“Com’è andata?”
“Malissimo. Non si è mai svegliato”.
No, non m’illuderò. Non comincerò a credere di avere la soluzione in tasca, ovvero che il bebè oramai teenager (un anno e mezzo) dorme la notte da quando ho deciso di sparire dal suo orizzonte visivo e tattile.
Però, insomma, mi tocca dirlo. Io mi sono defilata e relegata nella stanza della sorella (lei sì che dormiva “in tutti i modi, in tutti luoghi, in tutti i laghi”) e la bestiola che ronfava a intermittenza ci concede quasi tutte le notti la famosa “tirata” nel lettone con il papà.
Ora, io il sonno dei bambini non l’ho mai capito e continuo a reputarlo il mistero della fede. Forse è anche vero – come recita il padre – che magari il baby si sveglia, l’orso che riposa accanto non lo avverte e quindi, consapevole di non essere preso minimamente in considerazione, il primo se ne fa una ragione e si rimette a dormire (fantascienza?).
Oppure, davvero, il problema è che se ci sono io, mi pretende. Se non ci sono, non ci sono e basta. Un po’ come gli amori a distanza che non funzionano. E ai quali nemmeno io ho mai creduto. Del resto – mi domando da sempre – perché l’adolescente in età da nido dorme dalle 9 alle 7 senza interruzioni anche quando lo lascio dalla nonna?
Mia sorella, che abita al Nord della Spagna e come me vive il terribile problema di fare mattina con suo figlio, mi ha illuminata qualche giorno fa: lì, tra le mamme che rischiano l’instabilità mentale per la privazione del sonno, si è fatto strada il “Plan Papà”. Ovvero, affida il pupo al babbo, fatti d’aria e vedrai che la tua vita e quella di tutti, almeno un po’, migliorerà.
Come minimo, ora che ho fatto coming out, da stanotte il “Plan Papà” cesserà di funzionare. E voi, lo avete sperimentato?
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