Lubrication zelenkoj chickenpox sores on the back of a little girl

“Punture d’insetto”. “Herpes”. “Sesta malattia”. Le diagnosi degli amici di Facebook, giovedì sera, sono state le più varie. Ma A. e I., una coppia di Ravenna, dopo aver pubblicato la foto della figlia di otto anni piena di puntini tra il fucsia e l’arancione per chiedere in giro che cosa potesse averli causati, hanno pensato che fosse il caso di portare la bambina dal pediatra.

La bambina, infatti, sebbene senza febbre o altri sintomi apparenti, continuava a grattarsi, grattarsi, grattarsi. Anche di notte, tanto che giovedì e ieri i genitori hanno deciso di tenerla a casa da scuola. Ma i puntini sono aumentati, con  la piccola che continuava a lamentare prurito.

La parte brutta della storia, se non si conoscesse il finale, è che il medico, davanti all’eruzione cutanea, ieri ha alzato le braccia: lui, quei puntini, non ha saputo proprio dire che cosa fossero. Tanto che ha consigliato ai genitori della bambina di farla visitare al pronto soccorso. Dove la dottoressa di turno, subito sospettosa, ha capito che di diagnosi da fare, in realtà, non ce n’erano.

Ha preso un batuffolo di cotone imbevuto di alcol e ha, come per magia, cancellato i puntini sulla schiena. Puntini che, evidentemente, la bambina da due giorni continuava a disegnarsi sul corpo. La pediatra, scoperto l’arcano, l’ha buttata sul ridere: “Come ne usciamo? Diciamo che è orticaria e con un po’ d’acqua amarognola guarisce?”.

Più che imbarazzati mamma e papà: “Nostra figlia ha sostenuto la parte in maniera impeccabile”. Senza, oltretutto, confessare: “Continua a sostenere di essersi presa una dermatite”.