
P come Peter Pan, Pinocchio, Pollicino, Piccolo Principe, Peppa Pig. Quando Gabriele Bronzetti, cardiologo pediatrico al Sant’Orsola di Bologna, si appresta a fare un elettrocardiogramma a un bambino, non è solito fare mistero di nulla. E per stemperare la tensione, via libera a personaggi fiabeschi e giochi di parole. Gli stessi che proverà a inventare insieme alla poetessa Livia Santini, da sempre a fianco dell’associazione di volontariato Piccoli Grandi Cuori, mercoledì 12 agosto alle 21 in piazza San Francesco a Ravenna. La serata, dal titolo “La grammatica del cuore”, sarà uno scambio di battute, emozioni e divagazioni (non a caso Bronzetti è soprannominato Dottor Divago) intorno agli ultimi libri dei due: “L’ECG dell’età evolutiva ” e “Tana liberi tutti”.
Dottore, perché si è fissato sulla lettera P?
“Perché la prima onda, nell’elettrocardiogramma, si chiama P. Motivo per cui ho iniziato a pensare a tutti i personaggi letterari o televisivi di cui parlare ai bambini durante i controlli. A loro, allibiti di fronte a quei grafici incomprensibili, spiego spesso che il foglio che esce dalla macchina non è altro che una lettera inviata dal loro cuore”.
Comunicare diagnosi pesanti, programmare interventi: come si fa a mantenere il sorriso di fronte ai piccoli pazienti e ai loro genitori?
“Direi che è quasi un altro lavoro, che affianca quello strettamente medico e tecnico. Noi passiamo dal rilevare un soffio innocente al cuore al registrare la morte, come è stato una settimana fa per un bambino di sette anni. Un abisso dentro al quale, però, la tensione dei genitori è sempre molto alta: spesso, dentro i nostri ambulatori, ci sono famiglie intere, nonni e zii compresi. Come si sopravvive? Noi medici siamo sottoposti al burn-out, una costante bruciatura dell’anima. C’è chi, nella mia categoria, arriva a inaridirsi a tal punto da non rendersi nemmeno più conto di essere insensibile, freddo e poco empatico. Per me è invece fondamentale tenere alto l’umore, comunicare simpatia, mantenere la tranquillità”.

Costa fatica?
“Molta, perché si è sempre su un doppio binario e perché devi capire chi hai di fronte, dando sempre l’impressione che, anche se fai una battuta o cerchi di sdrammattizzare, non è certo perché ti stai divertendo”.
Come sono gli sguardi dei genitori sul medico, in questo caso su di lei?
“Controllano ogni smorfia, sorriso, notano se alzi il sopracciglio, monitorano il tuo labiale e si accorgono se usi una parola negativa. Bisogna dosare bene il linguaggio, quello che vai a dire risuonerà nella testa delle persone per giorni e giorni. La cosa migliore, io credo, è coinvolgere il paziente e la sua famiglia, per annullare le distanze”.
Il suo libro si rivolge a cardiologi, pediatri, infermieri ma senza l’approccio del solito manuale: a che scopo?
“Il mio intento è insegnare a leggere l’ECG, che sembra semplice ma è molto complesso. Un esempio? Una legge del 2014 ha esteso l’obbligo di sottoporsi all’elettrocardiogramma a tutti i bambini che praticano uno sport. Molti medici si sono spaventati perché non sono all’altezza di farlo bene e la paura è prendersi delle responsabilità troppo grandi: c’è una diffusa dislessia dell’ECG. Io, per dirla come il maestro Manzi, sostengo che ‘non è mai troppo tardi’. Sono stato tra i sostenitori della legge, nella convinzione che non possiamo prevenire tutto e salvare tutti ma molto possiamo comunque evitare”.
Durante la serata, che rientra nella rassegna “Un mare di solidarietà”, letture a cura di Eliseo Dalla Vecchia.
Qui sotto un video con cui il dottor Divago, grazie agli attori del Fanta Teatro, spiega le manovre vagali con cui è possibile normalizzare il ritmo cardiaco stimolando il sistema nervoso autonomo.
In questo articolo ci sono 3 commenti
Commenti:
Ho la grande fortuna di essere seguita per i miei due bambini da due medici diversi ma simili nell’approccio giocoso con i bambini e molto chiaro con i genitori.Medici di cui mi fido completament, perché non solo camici troppo spesso distratti ed avulsi dal contesto.Il loro compito è davvero difficile, ma il dr Bronzetti lo svolge con umanità ,cultura e rara sensibilità. Grazie. No burn out please..
Francesco 16 anni vissuti nella fatica di ospedali ambulatori isolamenti a casa…..difficile il rapporto con medici e infermieri…solo medici come il dott. Bronzetti sono capai di strappargli sorrisi. La simpatia di approccio alla visita
associata all’empatia sono fondamentali specie a questa difficile età per iniziare a far prendere consapevolezza e forza per affrontare a livello più maturo la condizione di malattia…laddove un genitore non sempre riesce.
Grande doctor quanti ricordi..quante risate..il grande lavoro che svolgere in quel reparto stupendo! Luca infermiere ex cardiol pediatrica!
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