“Vorrei portarmi dietro questo spettacolo a vita, vorrei che non terminasse mai, che non avesse una scadenza, che diventasse un format da passare ad altri cantanti”. Syria (all’anagrafe Cecilia Cipressi) non è certo più la ragazzina “piena di grilli per la testa” con l’abitino bianco e il tatuaggio sul braccio di Sanremo 1996. Trent’otto annni, due figli (Alice di 14 e Romeo di tre), dal marzo scorso è impegnata nello spettacolo “Bellissime. Voci di donne, racconti di canzoni”, un viaggio nelle più belle canzoni italiane al femminile dagli anni Sessanta a oggi che domenica 26 luglio arriva a Casola Valsenio, sulle colline faentine, all’interno della rassegna curata dal Teatro del Drago “Casola è una Favola” (piazza Sadelli, ore 21).
Da Nilla Pizzi a Laura Pausini: un repertorio vastissimo e intenso. Quali pezzi ti emozionano di più?
“Sicuramente ‘Minuetto”, scritto da Franco Califano per Mia Martini. E poi una canzone molto di nicchia, un testo portoghese di Pelinha tradotto da Cristiano Malgioglio per Mina: si intitola ‘Sonhos’. Pochi la conoscono ma è di una profondità incredibile”.
Quante canzoni hai selezionato per “Bellissime”?
“Non le conto nemmeno più: mi piace ogni volta cambiarle. Non mi faccio mancare nulla”.
Qual è il senso ultimo di questo lavoro?
“Riscoprire canzoni che molti hanno nell’orecchio ma che non conoscono fino in fondo: sul palco racconto gli aneddoti e le storie che stanno dietro quei pezzi. Non faccio nessuna lezione: mi metto a servizio della musica, delle cantanti che hanno interpretato i brani selezionati e li restituisco al pubblico. Un’idea nata quando aspettavo Romeo, sotto l’ulivo di una masseria in Puglia, dove stavamo trascorrendo le vacanze. Un progetto nato insieme a Luca De Gennaro, direttore artistico di Mtv Italia. Sul palco sono con il chitarrista Tony Canto”.
Finora com’è stata la risposta del pubblico?
“La gente è curiosa, contenta. Io, con loro, ho l’atteggiamento di chi ha solo da imparare: in quell’ora e mezza di spettacolo sono un’alunna, apprendo mentre canto. Non copio nessuno, ripropongo e basta, come so fare”.