La lista d’attesa per un posto al nido comunale, a Bologna, si accorcia: l’aggiornamento dei giorni scorsi – come racconta La Repubblica – ha visto infatti passare i bambini esclusi da 845 a 709 per effetto delle rinunce che l’Amministrazione aveva pre-annunciato. Ma si apre lo stesso la protesta: alcuni genitori sono insorti davanti al fatto che sono costretti ad accettare nidi lontani da casa o che avevano inserito nella domanda tra le ultime scelte.
Ma c’è anche un altro problema: il 50% dei bambini in lista (circa 359) appartengono al primo scaglione, (Isee da zero a 40mila euro) e, di questi, oltre cento hanno entrambi i genitori che lavorano. Invece cghe essere favorite nell’accesso, insomma, famiglie con redditi bassi e un’occupazione sono rimaste fuori. Ma come è stato ribadito in commissione, molte famiglie hanno indicato nella domanda solo uno o due nidi, quando invece possono inserirne fino a otto. Con il risultato che spesso sono rimaste all’asciutto.
La discussione, insomma, è accesa. L’idea emersa in Comune è quella di un nuovo regolamento che tenga conto dei reali bisogni delle famiglie e che dia la possibilità di scegliere il nido più adatto, comodo o vicino a chi ha più punteggio in base alle condizioni familiari e lavorative. Per evitare, di fatto, il toto-nido.
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