neonatoUna festa con merenda nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Rimini. Domani alle 16,30 nell’Aula G, situata al di fuori dell’ospedale, nel padiglione Ovidio, si terrà “Quando la cicogna si ferma in ospedale”: un’occasione per ascoltare bellissime storie di speranza raccontate dai diretti protagonisti, i genitori dei piccoli passati dalla Tin, oggi confluiti nell’associazione “La prima coccola” di cui abbiamo scritto ieri qui.

La festa rientra nel programma del “Mese delle Famiglie” del Comune di Rimini. La strutturazione del pomeriggio è fatta apposta per far divertire i più piccini: ci saranno i “Dottor Clown” a fare (e regalare) sculture di palloncini, il gruppo di volontarie che svolgono un ruolo di maternage (coccole ed accudimento in assenza dei genitori) per i piccoli ricoverati in Tin, oltre ovviamente a “La Prima Coccola”, per trascorrere ore in allegria, oltre che per conoscere cosa fa il reparto. Il tutto condito da una bella merenda.

L’Unità Operativa fornisce assistenza a circa 3.400 nati di cui circa 50 all’anno con un peso al di sotto del chilo e mezzo (circa 200 l’anno il numero complessivo di prematuri), che restano in ospedale per un periodo di 2-3 mesi. Non tutte le famiglie sono riminesi: talune scelgono la struttura dell’”Infermi” per la grande competenza. Il dato è pressochè costante negli ultimi anni.

I neonati in Tin possono contare su un rapporto ottimale paziente/infermiere (un infermiere ogni due neonati critici, secondo quanto riportato dagli standard regionali). E’ disponibile la strumentazione all’avanguardia per il trattamento di patologie rare tra cui l’ipertensione polmonare che richiede terapia con ossido di azoto o la encefalopatia ipossico-ischemica che richiede trattamento con ipotermia cerebrale. E’ disponibile una termoculla compatibile con l’apparecchiatura di risonanza magnetica e che è in grado quindi di eseguire la risonanza magnetica cerebrale anche a neonati in fase critica assistiti da un respiratore meccanico.

La continuità dell’assistenza feto-neonatale è garantita dalla integrazione tra l’equipe ostetrica e quella neonatale: sono strutturati incontri a cadenza fissa tra il personale per il passaggio delle informazioni dall’ostetrico al neonatologo e per il ritorno delle informazioni sul neonato al medico ostetrico. E’ inoltre a disposizione dell’utenza l’ambulatorio specialistico di dismorfologia, infettivologia, follow-up neurologico e l’ambulatorio per l’ecografia cerebrale, cardiaca, delle anche e renale.

L’Unità Operativa riminese è una delle poche ad avere un medico e un’infermiera certificati NIDCAP: una forma di assistenza al neonato ed ai suoi genitori che individualizza le cure in base all’ascolto e alla rilevazione di bisogni del paziente e della sua famiglia. E’ stato dimostrato in letteratura che questo approccio è in grado di incidere positivamente sullo sviluppo a distanza del neonato anche molto pretermine.

Dal punto di vista della umanizzazione delle cure, la Tin di Rimini è uno dei pochi reparti aperto alle famiglie 24 ore su 24, avvalendosi della collaborazione di una psicologa che può seguirle dalla degenza in Ostetricia a quella in Tin. L’equipè ha fatto di questo modello assistenziale un proprio cavallo di battaglia ed ha organizzato quest’anno il secondo convegno nazionale sulla partecipazione attiva delle famiglie all’interno della Tin.