Dopo il caso del video pubblicato da una mamma di Napoli su Facebook, che ha trovato piccoli vermi in un omogeneizzato mentre preparava la pappa alla sua bambina, interviene la Mellin, per spiegare che cosa è accaduto:
“I nostri prodotti sono sottoposti ad un processo di sterilizzazione in un ambiente protetto e sono chiusi ermeticamente e sottovuoto per garantirne la conservabilità fino alla data di scadenza. La presenza del “POP” all’apertura ne garantisce la sicurezza. Dal video si possono vedere larve di insetti vive, la cui presenza non è compatibile con il processo di sterilizzazione, che avviene a 120°C per diversi minuti. Infine, la data di produzione è il 14 febbraio 2014: se ci fossero state delle larve vive al momento del confezionamento, si sarebbero già sviluppate in insetti adulti.
Per questi motivi riteniamo che l’infestazione sia avvenuta dopo che il prodotto è uscito dai nostri magazzini e che probabilmente il vasetto abbia perso il vuoto a seguito di un colpo subito durante una delle fasi di movimentazione, evento avvenuto di recente, e quindi non a febbraio 2014, altrimenti l’omogeneizzato sarebbe risultato del tutto alterato”.
Relativamente al caso caso di Palermo del 2011, quando venne alla ribalta un caso simile, la Mellin spiega: “E’ stato un falso allarme. Gli esami dell’Istituto Zooprofilattico, dei NAS e le nostre analisi interne, tutte disposte sulle confezioni chiuse di omogeneizzati al prosciutto, hanno confermato l’assenza di alcun tipo di corpo estraneo e la totale sicurezza del prodotto. Anche in quel caso la contaminazione è avvenuta in un momento successivo alla produzione, o a prodotto già aperto. L’articolo citato si riferisce all’apertura delle indagini, ma gli stessi giornali hanno poi riportato i risultati dei controlli, che non hanno evidenziato nulla. Qui di seguito il servizio del Tg3: http://bit.ly/1oUoaZM“.
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Commenti:
Buonasera, prendiamo atto delle giustificazioni addotte dalla Mellin riguardo all’inconveniente, ma sappiamo bene tutti che la chiusura di questi vasetti (un quarto di giro!) sono quanto di più insicuro ci sia per il sottovuoto, tamt’è vero che basta un “urto accidentale” a vanificarlo, o addirirtura la stessa pressione praticata sul coperchio all’atto dell’acquisto proprio per controllare il sottovuoto! Credo che la risposta di Mellin sia un po’ deludente e tradisca una certa superficialitá, evidente che non vorremmo dover ingurgitare altri vermi prima che l’Azienda decida di controllare la tenuta delle sue confezioni, confrontandole con quelle della concorrenza e comunque ricorrendo, in futuro, ad una semplice precauzione: l’applicazione di un sigillo interno o l’uso di una differente chiusura per questo tipo di prodotto, a meno che non preferiscano rischiare un terzo episodio. Vigiliamo tutti, ma interveniamo con forza con l’azienda! Alternativa? Certo: cambiare marca..
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