Poco tempo fa un suo lettore, Alex, le ha fatto forse il complimento più gradito: “Tu a mio avviso stai ottenendo un risultato meraviglioso. Quello di far dire ‘che palle ‘ste lesbiche. Le stesse cose potevo dirle io’. Insomma, siete troppo normali”. Veronica Barsotti, fondatrice di Fuori Logo, si era prefissata proprio questo obiettivo quando ha aperto il blog: trasmettere la quotidiana normalità della sua famiglia. Che al primo sguardo può apparire, al contrario, molto particolare. Veronica ha 33 anni, vive in Toscana. A 21 si è sposata con il fidanzato di allora e da lui ha avuto due figli: un bambino che oggi ha 10 anni e una bimba che ne ha 4. “Dentro di me – racconta – sentivo però un’insoddisfazione profonda che all’inizio non sono riuscita ad interpretare. Fino a che ho iniziato ad avere segnali sempre più forti e ho iniziato un percorso di acquisizione di consapevolezza”.
Veronica, quando capisce che le piacciono le donne, non tarda molto a comunicarlo al marito: “Ci ho messo un paio di mesi, la sensazione di tenere due piedi in due staffe mi faceva stare male. Nel frattempo avevo conosciuto una ragazza e non mi sembrava il caso di continuare a nascondermi”. Il marito, dopo un momento di forte incredulità e sconforto, si rimbocca le maniche e non le volta le spalle: “Non credeva minimamente che la ragione della nostra crisi fosse la mia omosessualità. Ma è una persona intelligente, ha capito e mi ha dato sostegno. Fosse stato uno di quegli uomini che se ne fregano, che restano alla superficie delle cose, paradossalmente per me sarebbe stato più semplice. Essendo, al contrario, un uomo responsabile, molto presente anche come padre, i miei rimorsi di coscienza si sono moltiplicati, il senso di colpa era inevitabile dentro di me”.
Ma Veronica non può più fingere, la sua strada è nitida di fronte a lei. Non le resta che comunicarlo ai suoi figli, soprattutto al più grande: “Mi ha aiutata il fatto che avevamo amiche omosessuali, quindi i bambini erano in qualche modo abituati. Per loro la separazione da mio marito è stata una separazione come un’altra, il fatto che io amassi le donne non li ha scalfiti. Mi sono supportata con i libri della casa editrice Lo Stampatello, che raccontano e descrivono famiglie non tradizionali”. L’elasticità a cui Veronica ha abituato i suoi bambini è tale anche oggi, quando si vede a cena con l’ex marito e la sua nuova famiglia: “Siamo ancora molto uniti, lui resta un punto di riferimento nella mia vita, conosce Nina, la mia compagna. La nostra è davvero una famiglia allargata”.
Oggi Veronica vive con i suoi bambini, con Nina e la figlia di lei, che ha nove anni: “La nostra è iniziata come un’amicizia. Anche Nina viveva da un percorso simile al mio, ci siamo trovate a parlare di noi, a confidarci. Finché ci siamo innamorate. I bimbi, prima di andare a vivere insieme, si erano già conosciuti. Ora si amano e si odiano come tutti i fratelli”. Una storia felice, anche nell’incontro-scontro con la realtà circostante: “A scuola non abbiamo avuto particolari problemi, il paese dove viviamo è piccolo e il chiacchiericcio c’è. Ma non è sempre foriero di pregiudizi: le maestre dei nostri figli erano già pronte, preparate. E sulla nostra pelle viviamo ogni giorno una verità: se vivi bene la tua omosessualità, se non ti nascondi, se non ti censuri, se non la consideri il segreto di Pulcinella, l’effetto sugli altri è positivo”.
Commenti particolari, insomma, Veronica non ne ha mai sentiti: “Alle medie me l’aspetto ma abbiamo tutti gli strumenti per gestire bene la situazione. Siamo serene, siamo circondate da chi ci vuole bene: anche i miei genitori, dopo le normali titubanze iniziali, hanno capito. Di recente siamo stati in montagna con loro per la Settimana Bianca“. Qualche problema? “Certo, lo stress di farsi una vacanza con tre bambini e i nonni”. Quella normalità del commento di Alex. Che nei prossimi mesi sarà oggetto di un documentario, visto che Veronica e i “suoi” hanno interpretato se stessi durante una giornata fra panini, Nutella, bambini, sport e caffè. Una normalità che però non è più tale quando si scontra con il progetto di sposarsi: “Per ora il matrimonio è un sogno. Siamo illuse che possa cambiare qualcosa in Italia. Le nozze sarebbero un modo per vedere riconosciuti alcuni diritti: se Nina viene ricoverata, io in ospedale non vengo riconosciuta come la sua compagna”. Capita anche in vacanza: “Quando arriviamo in albergo si scusano perché ci hanno tenuto una camera matrimoniale, non con due letti. Si dà per scontato che siamo amiche. Senza contare le persone che, quando dico che sono lesbica, rispondono che non sembra proprio. Si può essere lesbiche e femminili, non assomigliamo per forza a dei taglialegna canadesi”.
In questo articolo ci sono 6 commenti
Commenti:
Agghiacciante
L’unica cosa agghiacciante che c’è in questo racconto sono le persone ignoranti che commentano! Evviva l’amore!
Bellissima testimonianza!! E viva l’amore!!
W l’amore in tutte le sue forme! Ne parlo pure nel mio e-book “Noi ancora una volta”, di cui potete trovare un estratto gratuito qui http://www.scrittorevincente.com/noi-ancora-una-volta/
Complimenti bella storia, avrei tante cose da dire , ma me le tengo dentro tanto qualsiasi miaopinione nnon fara’ mai testo. Ancora tanti auguri.
non ci trovo nulla di agghiacciante…. ogni uno e libero di decide della propria vita….come crede…anche dopo un matrimonio durato anni…le cose non nascono dal oggi al domani …e piu’ una cosa di fondo..
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