La storia di Maria, i due nomadi incriminati e un altolà: giù le mani da Romagna Mamma e dai bambini

La coppia di zingari arrestati giovedì scorso a Farsalo dalla polizia greca con l’accusa di sequestro di minore è stata incriminata dal tribunale greco. L’accusa della quale dovranno rispondere è di rapimento. Decisione presa dopo che i due sono stati ascoltati nel corso di un processo a porte chiuse, dando versioni contraddittorie sul perché la bambina vivesse con loro.

La vicenda, dai contorni per niente chiari, prende il via giovedì scorso quando la polizia ellenica irrompe nel campo nomadi per verificare la presenza di armi e stupefacenti. Da subito insospettita per la presenza della bambina, per nulla somigliante ai genitori, le forze dell’ordine hanno fatto richiesta di un esame del Dna dal quale è risultato che la piccola non fosse davvero la figlia della coppia, lei 39 anni, lui 40, in possesso di diversi certificati anagrafici falsi dai quali risulterebbero genitori di altri bambini. In campo è scesa anche l’Interpol con l’obiettivo di rintracciare i genitori biologici; l’indagine infatti ha oltrepassato i confini nazionali, con l’obiettivo di fare luce su un caso nel quale si sospetta ci sia di mezzo anche il traffico di bambini per ottenere sussidi alle adozioni.La piccola, alla quale è stato dato il nome di Maria, è affidata all’associazione umanitaria The smile of the child che fino ad ora ha ricevuto oltre 8.000 richieste di riconoscimento.

Questo non è però l’unico risvolto di una storia dai connotati davvero raccapriccianti. Di mezzo, nostro malgrado, c’è anche il tentativo di infangare l’immagine di Romagna Mamma, ‘colpevole’ di aver dato la notizia sabato mattina, dopo averne verificato la fonte, mossa dalla propensione a scendere subito in campo se di mezzo c’è anche solo il sospetto di una violazione dei diritti dei minori.

In Italia siamo stati tra i primi a dare una notizia che nel frattempo faceva il giro di tutto il mondo.

Certo, non c’è ancora una sentenza definitiva ma l’accusa che pesa sui due nomadi è pesantissima. Tutta questa storia dà lo spunto per una riflessione: può l’ideologia delle persone, la propensione a difenderla, scavalcare anche la deontologia professionale, la ricerca della verità, l’informazione imparziale e, soprattutto, la tutela a qualsiasi livello dei diritti dei bambini? A mio avviso no. Sappiate dunque, cari lettori, che su queste pagine non troverete mai – e dico mai – nulla di tutto questo. Certo, anche noi siamo passibili di errori ma abbiamo sempre grande cura di verificare le fonti dalle quali attingiamo le notizie. Inoltre, teniamo sempre bene a mente qual è il principio cardine della nostra linea editoriale: giù le mani dai bambini.

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