Sono almeno sette gli indagati per la morte della piccola di due anni prima di un trapianto di midollo al Policlinico di Tor Vergata, a Roma. Secondo i primi risultati dell’autopsia,  a causare la morte sarebbe stata una manovra errata o la scelta di un catetere troppo grosso che avrebbe reciso una vena: da qui il “collasso” di un polmone, invaso dal sangue, e il blocco cardiaco e respiratorio. I carabinieri hanno sequestrato i macchinari e la strumentazione. Molti ancora gli aspetti da chiarire. Il padre della bambina accusa anche possibili ritardi nelle cure. I medici, insomma, si sarebbero accorti tardi delle complicazioni.

La piccola, affetta da leucemia, era arrivata a Roma per sottoporsi all’intervento da Gela, in Sicilia. La mamma, incinta di cinque mesi, e il padre l’hanno assistita fino all’ultimo momento. Secondo quanto riportato dall’Adn Kronos, che ha ricevuto una telefonata da un testimone anonimo, è andato storto qualcosa in sala operatoria dove la piccola avrebbe dovuto restare per circa un’ora per un intervento con il quale le doveva essere inserito un catetere in anestesia totale. Invece la piccola sarebbe rimasta dentro per circa cinque ore, riportata in reparto addormentata, sonno dal quale non si è masi svegliata.

Sotto choc i genitori che chiedono giustizia. Oltre all’inchiesta avviata dalla Procura, sono tre le indagini in corso: una avviata dal Ministero della Salute, una interna dell’ospedale e una della Regione Lazio. Un caso grave che ha destato molto sconcerto.