PMA: quando l’esito è negativo.
Purtroppo alcune donne dovranno affrontare un esito negativo per svariati motivi e cause di natura sostanzialmente biologica ed organica, perché non sempre al primo tentativo si può rimanere incinta. Una risposta negativa dal medico può essere ricevuta in diversi momenti trattamento e non solo dopo il trasferimento degli embrioni. Dopo la stimolazione ormonale per produrre più ovociti, non è detto che si sviluppino a sufficienza così da poter realizzare il prelievo degli stessi e passare alla fase successiva di trattamento. Oppure, dopo il prelievo degli ovociti i medici e i biologi di laboratorio potrebbero valutare negativamente la qualità degli ovociti, ponendo dubbi sulla possibilità che, una volta uniti con il seme del partner, possano formarsi gli embrioni. Una volta fatto il prelievo degli ovociti e il transfer degli embrioni non è certo che essi riescano a impiantarsi e crescere regolarmente sviluppandosi in un feto. A gravidanza accertata, non è scontato che essa sia portata regolarmente a termine mettendo finalmente al mondo i figli tanto desiderati. Credo che la PMA sia una grande opportunità per chi ha difficoltà procreative di coppia, una chance spesso valida per tante persone infertili che vorrebbero diventare genitori. Proprio per la delicatezza e la profondità dei bisogni e delle aspettative che genera in entrambi i partner ogni ciclo di PMA può essere accompagnato da ansie e un senso di continua incertezza per gli esiti.
E adesso? Le emozioni in una donna.
La donna, principale protagonista della terapia, potrebbe avere un’esperienza di perdita psicologica sotto certi aspetti simile a quella dell’aborto o del lutto per una persona cara, con la differenza che questa volta si tratta di restare a braccia vuote dopo un percorso a ostacoli che ha promesso come premio di tanti sforzi la realizzazione di un progetto a lungo, pervicacemente perseguito. Di fronte al fallimento del tentativo l’incapacità del proprio corpo potrebbe farsi palese determinando sensi di colpa. Può essere imbarazzante soprattutto nei confronti delle altre pazienti con le quali si è condiviso l’iter procreativo e che per loro “fortuna” sono invece riuscite a coronare il loro sogno di diventare mamme. Sentimenti di ambivalenza possono essere vissuti nei confronti del medico curante, che si è prodigato, ma anche verso i parenti e gli amici fiduciosi che tutto si sarebbe risolto per il meglio. Sembra che i sentimenti depressivi, l’ansia e i disturbi del sonno, possano essere di maggior intensità-durata per quelle donne e uomini che hanno già sperimentato diversi Cicli di concepimento assistito con esito negativo e in chi già ne soffriva prima. Il desiderio allora può investire solo ciò che non si è riuscito ad ottenere, la mancanza che lo alimenta può, riaccendendolo, renderlo molto coinvolgente. Il grembo della donna che desidera un figlio pur non potendo, può essere vuoto, ma mai la sua mente e il suo cuore: possono verificarsi rimuginazioni eccessive legate alle difficoltà procreative e alle loro conseguenze di coppia e sociali.
La fallita realizzazione del sogno tra malinconia e iperattività.
La fallita realizzazione del “sogno” getta sul figlio desiderato da tempo l’ombra della malinconia, di contro il tentativo di reazione della donna potrebbe assumere aspetti misti caratterizzati da sentimenti depressivi e iperattività. Alcune donne infatti dopo l’esito negativo per non pensare aumentano la loro attività lavorativa e si riempiono di impegni. Questo può dare un apparente sollievo iniziale ma poi a medio termine sarebbe meglio trovare la forza per affrontare i pensieri che la disturbano e adottare strategie migliori per aumentare il proprio tonto dell’umore e lo stato generale di benessere. Quando il disagio emotivo e relazionale è tale da invalidare lo svolgimento delle attività della vita quotidiana, sociale e lavorativa, può non essere sufficiente l’opera di sostegno esercitata dalla sensibilità del partner, dei parenti e degli amici. Nei Centri di PMA sono a disposizione psicoterapeuti altamente qualificati per prevenire prima, durante e dopo la fecondazione assistita, lo sviluppo di problematiche emotive e la gestione dello stress e dell’ansia che comunque sono sempre presenti.
Per contatti: 335 6300997 o www.psicologia-sessuologia.it
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